Lotito, altra partita a scacchi per il rinnovo | In ballo c’è il top player, tutta la rabbia dei tifosi
Clamoroso retroscena: il top player e perno della rosa voleva dire addio dopo tanti anni con la casacca laziale.
Claudio Lotito inizia nel 2004 la sua carriera presidenziale con la Lazio. Durante questo periodo vincerà tre Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane e il premio Financial Fair Play, organizzato dall’Associazione Italiana Allenatori Calcio e dall’associazione no profit DGS Sport&Cultur per la sua meticolosa gestione del bilancio economico della società biancoceleste.
Dal 2011 in poi, sarà comproprietario della Salernitana, insieme al cognato Marco Mezzaroma, riuscendo in 10 anni a portarla dalla fondazione e l’iscrizione in Serie D alla partecipazione in Serie A, la massima serie dei campionati italiani, per poi rivenderla nel 2021 a Daniele Iervolino per una cifra intorno ai 15 milioni di euro.
Un imprenditore illustre, che degli innumerevoli bilanci presentati, ne ha chiusi soltanto tre in passivo, di pochi milioni di euro, uno dei quali, nella stagione 2015-16, a causa della mancata qualificazione in Europa. Nelle ultime stagioni in particolare, il netto della squadra biancoceleste ha subito un notevole incremento. Ciò grazie ad investimenti come l’acquisto di Palazzo Valenzani, ex sede del club, addibita ad Hotel e il raddoppiamento degli introiti dati dai diritti televisivi, passati da 27 a 55 milioni di euro.
Una gestione oculata che si riflette soprattutto negli stipendi, poichè la Lazio pur essendo tra le prime big del campionato, occupa solamente il sesto posto per tetto ingaggi in Serie A, pari alla metà della prima in classifica, la Juventus.
I rinnovi
Con un presidente così attento ai bilanci, i rinnovi giocano sicuramente un ruolo importante per la loro regolazione; di fatti, il presidente è sempre stato protagonista sulle varie testate giornalistiche in merito alle vicende contrattuali.
Questo accade soprattutto coi Top Player, come con Luis Alberto, dove lo spagnolo era vicinissimo a lasciare la squadra biancoceleste per continui prorogamenti da parte del presidente o Mattia Zaccagni, la cui trattativa è durata 8 mesi e con il suo agente chiaramente infastidito, enfatizzando come se il calciatore non fosse una priorità per il presidente biancoceleste o Tare, dirigente storico dal 2009 al 2023 della Lazio, le cui strade si sono separate per una proposta di rinnovo al ribasso.
Un altro nodo da sciogliere
C’è un’altra importantissima questione da risolvere in casa Lazio, il rinnovo di Felipe Anderson. L’ala brasiliana, reduce da un’ottima stagione, è in scadenza a giugno del 2024, ma permane ancora distanza tra domanda ed offerta.
Le richieste del calciatore e del suo agente ammontano a 3.5 milioni di euro a stagione, mentre il presidente offre un rialzo dai 2.8 attualmente percepiti a 3 milioni di euro.