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Grazie di tutto ma devi sederti in panchina | Sarri silura il suo top player, non c’è tempo per la gratitudine

Maurizio Sarri & Ciro Immobile – foto ANSA – sportincampo.it

Non importa se sei un top player, la titolarità va guadagnata o ti siedi in panchina: la gestione tecnica di Maurizio Sarri.

L’allenatore toscano riparte da Roma, precisamente in sponda biancoceleste. Dopo le importanti avventure in panchina con l’Empoli, dove ottenne la promozione in Serie A, con il Napoli, dove ottenne il maggior numero di punti della storia della squadra partenopea in Serie A, con il Chelsea, dove vinse la Uefa Europa League e con la Juventus, dove vinse l’ultimo Scudetto della squadra piemontese, nell’annata 2019/2020, Maurizio Sarri firma l’8 giugno 2021 un contratto biennale con la Lazio, con opzione di rinnovo per le successive stagioni, a 3 milioni di euro l’anno.

La prima stagione vede il tecnico di origini napoletane, chiudere con un quinto posto in classifica, in zona Europa League, grazie al suo bomber Ciro Immobile, che segnerà 27 gol e vincerà il titolo di capocannoniere dell’annata.

La seconda stagione sarà un vero e proprio successo. Le squadre di Maurizio Sarri solitamente spiccano per le loro doti offensive, di fatti ogni pedina del tridente composto da Mattia Zaccagni, Ciro Immobile e Felipe Anderson, è andata in doppia cifra di gol nel massimo campionato italiano. In quest’annata c’è però da incorniciare la fase difensiva, confermandosi al termine delle 38 giornate disputate come la seconda miglior difesa del campionato.

Grazie all’incredibile rendimento dell’organico della rosa, la Lazio conquisterà un combattutissimo secondo posto in classifica, ritornando due anni dopo a disputare la Champions League.

Gestione della rosa

Maurizio Sarri, oltre che essere ravvisato per le sue ottime doti da allenatore, è soprattutto riconosciuto per la sua forte personalità. Non importa chi sia il calciatore che abbia di fronte, anche se si tratta del vero top player della rosa, è sempre la sua l’ultima decisione.

Tra i vari episodi nelle varie squadre che ha allenato, ricordiamo Emre Can, all’epoca della Juventus, il quale non fu schierato nonostante l’infortunio di Sami Khedira e la squalifica di Rodrigo Bentancur, preferendogli Blaise Matuidi ed addirittura Federico Bernardeschi in un ruolo non naturale; Luis Alberto, perno del centrocampo biancoceleste, il quale non fu schierato per un lungo periodo a causa di alcuni diverbi avuti con l’allenatore, dopo una sostituzione non gradita dallo spagnolo nel rettangolo di gioco.

Matias Vecino – foto ANSA- sportincampo.it

Fuori un top della rosa

Negli ultimi match disputati tra campionato ed Europa ha spiccato sicuramente il rendimento di Matias Vecino. Il centrocampista uruguaiano ha segnato due gol decisivi sia per la vittoria in Champions League contro il Celtic, terminata 2-1,  sia per la vittoria in campionato, contro l’Atalanta, grazie ad una mezza sforbiciata in volo, partita terminata 3-2 per la Lazio.

Il centrocampista però, sarà impegnato fino al 17 ottobre con la nazionale maggiore e considerando il volo e il fusorario, non tornerà a lavorare prima del 20, vigilia della trasferta contro il Sassuolo. Per tal motivo, l’allenatore valuterà se impiegare il calciatore o lasciarlo riposare.